Segno zodiacale e libri

29 Mar

2019

Come scrivere bene un testo

  • Giovanna Ciracì

L’arte dello scrivere non è un’arte semplice. Durante la stesura di un testo, infatti, facilmente si può incappare in errori grammaticali o sintattici, per non parlare dei refusi, sempre pronti a venir fuori. La fretta può giocare brutti scherzi o a volte, nella revisione, il nostro occhio si “abitua” talmente tanto a leggere le stesse parole che non ci si riesce più a rendere conto di quello che si sta comunicando.
In alcuni casi la disattenzione non c’entra e il sorgere di errori può derivare da una non perfetta conoscenza delle regole della lingua italiana. Rivediamo insieme quali sono quelle principalmente da seguire e gli errori più frequenti da evitare.
L’accento è spesso confuso con l’apostrofo. Basti pensare a un po’, spesso scritto in forma accentuata, quando, invece, andrebbe accompagnato dall’apostrofo, poiché deriva dal troncamento di “un poco”.
Consideriamo ora i termini omonimi, quelli che hanno la stessa forma ma senso diverso. Per distinguerli nel loro significato viene usato l’accento, regola che provoca spesso confusione. Ecco alcuni casi: da (preposizione) e (verbo), la (articolo/pronome) e (avverbio), li(pronome) e (avverbio),si (pronome) e (avverbio). Va ricordato, inoltre, che gli accenti non vanno mai posti su: so, sa (del verbo sapere), fa (né se si tratta della nota musicale, né del verbo fare – 3° pers. sing.), su (preposizione), do (del verbo dare, ma neanche sulla nota musicale). È vietato, infine, mettere l’accento su qui e qua.


Le regole da seguire e gli errori più comuni da evitare


La punteggiatura è frequentemente utilizzata in maniera soggettiva, quasi personale, bisogna invece  ricordarsi che qualche regola c’è e andrebbe rispettata. In fondo un  suo uso corretto è fondamentale per dare il senso giusto al testo che si sta scrivendo.
La virgola non si deve mai frapporre tra il soggetto e il verbo, tra il verbo e il complemento oggetto, o tra il sostantivo e l’aggettivo. I due punti sono usati per introdurre un chiarimento, un elenco, una citazione o un discorso diretto, nel quale devono necessariamente essere seguiti dalla virgolette; non è possibile utilizzarli più volte nello stesso periodo. Ricordiamo anche che i puntini di sospensione sono solo tre, mai in numero maggiore; sono uniti alla parola che li precede e staccati da quella che li segue con uno spazio.
Passiamo al punto interrogativo e a quello esclamativo, che servono per indicare rispettivamente una domanda e una esclamazione. In entrambi i casi, in ogni frase ne basta uno, le sequenze di tanti punti esclamativi o interrogativi vanno assolutamente evitate in qualsiasi testo e di norma sia il punto esclamativo che quello interrogativo sono seguiti da una lettera maiuscola.
La d eufonica è uno degli elementi più discussi. Non è di certo obbligatoria, anzi, con il tempo il suo uso si è talmente ridotto che ora ed e ad si considerano solo nei casi di iniziale omofona, mentre od è in completo disuso.
I pronomi sono un altro tipo di vocabolo della grammatica italiana che inducono spesso in errore. Uno tra i più frequenti è gli (che significa a lui) riferito a un nome di genere femminile (cioè nel senso di a lei) e che sostituisce il più adatto le.

Arriviamo alle parole straniere. Prima venivano riportate in corsivo, oggi sono state così assimilate nella lingua italiana che non è più necessario scriverle così e rimangono invariate al singolare.
Ultimi accorgimenti. Non dimenticate che accelerare si scrive con una sola l, eco è di genere femminile, entusiasta si riferisce sia al maschile che al femminile. Tuttora, qualora, pressappoco, cosiddetto, soprattutto sono parole che si scrivono unite, a fianco, d’accordo, a volte, sotto forma vanno divise.

E ora, buona scrittura!

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Realizzazione: GRAPHOPRINT • Ultima modifica: 29 Marzo, 2019